Premessa e inquadramento storico-geografico
La teoria più accreditata vede Homo sapiens fare la sua comparsa in
Africa orientale fra 200 e 250.000 anni fa a partire dal più antico uomo di
Heidelberg.
La successiva diffusione di sapiens dal centro d’origine lo porterà intorno a
60 mila anni fa a uscire dall’Africa e a migrare verso l’Europa e l’Asia, per
raggiungere da quest’ultima, l’Australia e le Americhe tramite “ponti” naturali
creatisi a seguito del grande abbassamento del livello marino (circa 120 m in
meno rispetto al livello attuale) proprio delle fasi glaciali.
Fig.1: Principali traiettorie di irradiazione di H. sapiens e epoche relative (Image credit: Genome Research Limited) |
Fig.2: Andamento termico del GRIP core del plateau groenlandese durante la glaciazione di Wurm con indicati 21 eventi D-O (Ganopolski A., Rahmstorf S., 2001). Si noti il caratteristico alternarsi di stadiali freddi e interstadiali caldi, 21 in tutto e numerati in modo crescente a partire dal più recente (oscillazione di Allerod). Durante l’intestadiale caldo 8 che ha inizio circa 36000 anni fa ha luogo l’arrivo di Homo sapiens in Europa. In questo grafico la scala dei tempi è rovesciata rispetto al resto del post. |
Tornado ai neandertaliani, si deve notare che mentre nell’interglaciale o
negli interstadiali caldi delle fasi glaciali i Neanderthal si
spingevano anche all’interno del continente europeo, durante gli stadiali
freddi delle fasi glaciali presentavano una caratteristica distribuzione
circum-mediterranea (come attestano ad esempio i ritrovamenti alla grotta di
Vaguard a Gibilterra, nelle grotte del monte Carmelo in Israele e nella grotta
delle Fumane sui monti Lessini in Veneto) e una rilevante capacità di
sfruttamento delle risorse costiere e marine. Secondo studi recenti (Broadbank,
2013) sarebbe stata proprio la maggiore capacità di adattamento alle fasi
glaciali e alle oscillazioni climatiche in esse presenti (stadiali e
interstadiali) ad aver creato per i sapiens un vantaggio decisivo
rispetto ai Neanderthal, che avrebbe consentito loro di sostituirsi ai
Neanderthal anche nei loro areali più caratteristici.
In questo scritto facciamo riferimento a ricerche basate su proxy data che
hanno consentito di descrivere a grandi linee il clima dell’Africa orientale
negli ultimi 200 mila anni, il che si rivela importante per indagare il ruolo
del clima nell’origine di H. sapiens e nella sua prima diffusione dal
suo centro di origine.
L’indagine del gruppo di ricerca di Podsdam sui sedimenti di Chew
Bahir
Un folto e ben organizzato gruppo dell'Università di Potsdam (Germania)
opera, ormai da molti anni, in campagne di estrazione di carote (drilling)
dai sedimenti del lago Chew Bahir, a ridosso del rift etiopico meridionale,
e di zone limitrofe. Recentemente il gruppo ha pubblicato due lavori (Duesing
et al., 2021 e Schaebitz et al., 2021) che hanno lo scopo di contribuire a
spiegare la diffusione di Homo Sapiens, a
partire da quella che viene correntemente considerata la sua "patria" originale,
non molto distante da Chew Bahir, ponendola in relazione ad evoluzioni (cambiamenti)
del clima, in particolare all'alternarsi di fasi umide e fasi siccitose..
Il primo lavoro
Il primo di questi lavori e cioè Duesing et al. (2021) considera l'intera
serie di dati disponibile, tra 0 e 620 ka (620 mila anni fa) e organizza
un'analisi della prima componente principale (PC1), derivata dai dati con
un'analisi statistica che ha lo scopo di abbassare la complessità delle
relazioni tra i singoli elementi che compongono la serie osservata. In
pratica, per ogni elemento chimico misurato dalla carota (qui sono almeno 10)
viene calcolata la prima componente principale (quella che spiega la maggior
parte della varianza) e poi tutte le PC1 vengono mediate per ottenere la PC1
mostrata nella loro figura 4 che riproduciamo qui,
Fig.3: figura 4 di Duesing et al., 2021 con lo spettro wavelet troncato a poco dopo il periodo di 100 kyr e con la didascalia originale. |
Tutto questo può anche andare bene, ma le nostre perplessità sul lavoro
derivano dalle troppe operazioni intermedie (singole PC1 e loro media; uso
di spettri wavelet per serie a passo variabile, quando all'origine la
tecnica richiede il passo costante; troppi "martellamenti" sui dati per i
nostri gusti). Non solo: nella figura 3 (loro figura 4) l'associazione
eccentricità / PC1 mostra
una PC1 (diciamo, con gli autori, il tasso di umidità) in diminuzione, in
corrispondenza di un calo di eccentricità, tra 200 e 50 ka; ma anche, tra
400 e 200 ka, una salita dell'eccentricità mentre l'umidità diminuisce
leggermente o rimane quasi costante. Ancora, una quasi costanza di PC1, tra
600 e 400 ka, è caratterizzata da una diminuzione dell'eccentricità.
In pratica, non c'è modo di dimostrare un legame tra eccentricità
orbitale e umidità (PC1), a differenza di quanto gli autori sembrano voler
sottolineare, mettendo a confronto le due serie nella loro figura.
In più, sempre dalla loro figura 4 (ma anche dalle figure successive di
questo post) non sembra essere presente il massimo spettrale a 100 kyr
dell'eccentricità e nemmeno, con una serie che copre 620 mila anni, quello a
405 kyr, sempre dell'eccentricità.
Tutte queste considerazioni e, last but not least,
l'assoluta indisponibilità di dati con cui poter verificare le loro
conclusioni, ci hanno fatto pensare ad un grande lavoro per ottenere
risultati deboli o non ben documentati e giustificati, in pratica ad un
articolo da dimenticare.
Il secondo lavoro
Il secondo lavoro dello stesso gruppo, Schaebitz et al., 2021, di poco
precedente al primo, ci è invece sembrato di tutt'altro valore, anche se
le analisi si limitano a un periodo di 200 kyr invece dei 620 del primo
lavoro: intanto sono resi
disponibili quasi tutti i dati usati, in forma di rapporti tra elementi chimici
(K/Zr; Ca/Ti; Al/Si). Poi ci sono il δ18O, il TOC (Total
Organic Carbon) e la tessitura dei terreni lacustri (sabbia, limo,
argilla) espressa come percentuale delle tre componenti.
Gli autori non mancano di associare K/Zr e tessitura (entrambi
indicativi di oscillazioni umido-secco) alla collocazione temporale e
all'altitudine di siti archeologici e fossili con lo scopo di documentare le
"migrazioni" o semplicemente gli spostamenti dei gruppi umani per adattarsi
a mutate situazioni climatiche o ambientali.
Se si osserva la serie Potassio/Zirconio (K/Zr) che gli autori
identificano come un indicatore del tasso di umidità
Fig.4: serie di K/zr tra 0 200 ka. I diversi colori mostrano tre sezioni (2 con 7000 punti e la terza con circa 3500) del file disponibile. Il grafico mostra una progressiva diminuzione dell'umidità fino ad arrivare ad una situazione arida attorno a 20 ka. Il grafico in basso riprende i primi 50 mila anni della serie. |
A puro titolo di esempio, tra i molti possibili, uno dei terminali delle migrazioni di H. Sapiens fu l'area del Caucaso, nelle valli della Georgia (rettangolo nero), tra mar Nero e Caspio, dove sono stati trovati i primi esempi di vinificazione (Mcgovern et al., 2017) di circa 7-8 mila anni fa.
Certo, la figura 4 ci dice che dopo 20 ka l'umidità è salita di nuovo, rendendo gli ambienti del rift etiopico più vivibili, ma intanto la siccità precedente aveva messo in moto i meccanismi di difesa e adattamento che avevano condotto allo "sparpagliamento" dei gruppi umani.
Rimandando al sito di supporto per dati e grafici delle altre serie
disponibili,vogliamo far notare che il TOC, il carbonio organico, mostra una
buona costanza e una diminuzione dopo i 60 ka, con due
aumenti (forse possiamo chiamarli esplosioni di vita, visto che parliamo di
carbonio organico) a circa 150-155 e 44 ka cui si deve l'andamento
decrescente sottolineato dalla linea rossa del fit lineare.
Fig.5: Serie del carbonio organico totale e suo spettro LOMB. I diversi colori separano tre gruppi di dati (i due più recenti di 7000 punti e il terzo di circa circa 3500) estratti separatamente dal file disponibile. Il grafico mostra una progressiva diminuzione dell'umidità fino ad arrivare ad una situazione arida attorno a 20 ka. Il grafico centrale riprende i primi 50 mila anni della serie. Come si vede, lo spettro non contiene il massimo a 100 kyr. |
Step 3
Le serie numeriche disponibili sono state ridotte in numerosità estraendo un
dato ogni 3 (1.o, 4.o, 7.o, ...) per una migliore efficienza nel calcolo
degli spettri, avendo ora 5800 dati invece di 17000. Da questa estrazione
derivano le serie ridotte indicate nel sito di supporto con la sigla "step
3", disponibili insieme al loro spettro Lomb. Come esempio mostriamo ancora
una volta il K/Zr che gli autori trattano con maggiore attenzione
Fig.6: Serie del rapporto Potassio/Zirconio e il suo ingrandimento relativo ai primi 50 mila anni. Nello spettro LOMB, basso, si osservano il possibile massimo della precessione a 23.7 kyr e quello, più incerto, dell'obliquità a 47 kyr (o in accoppiata con i 35.5, invece dei canonici 41); il periodo dell'eccentricità a 100 kyr, invece, non si osserva affatto. |
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | ||
1 | K/Zr | 76 | 47 | 35.5 | 23.7 | 14 | 6 | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
2 | Al/Si | 76 | 50 | 34 | 28 | 16 | 10 | ||||
3 | Ca/Ti | 71 | 47 | 34 | 22 | 12 | 4.7 | ||||
4 | TOC | 62 | 38 | 24.7 26.7 | 12.7 | 8.2 | 2.2 | ||||
5 | Grain | 141 | 76 | 52 | 41 | 24 | 13.5 | ||||
6 | δ18O | 140 | 65 | 47 | 35 | 20.4 28 | 14.2 | 7.4 9.6 | 4.4 5.7 | 1.1 |
Nella tabella si evidenzia la citata mancanza del massimo a 100 kyr, a meno di assumere (ma senza prove) che questa ciclicità sia stata modificata nella risposta e portata a 65-75 kyr nelle serie delle carote lacustri di Chew Bahir. In effetti bisogna dire che questi periodi sono particolari: allo stesso tempo comuni a tutte le serie (e stabili) e mai osservati, tranne il massimo a 74-76 kyr (nel succitato http://www.climatemonitor.it/?p=51555) nei dati di de Boer et al, 2014.
Commenti conclusivi
Le conclusioni relative al secondo articolo del gruppo di Potsdam sono:
Nel complesso, un articolo da leggere, anche per la sua visione allargata ai comportamenti dei gruppi umani nell'ambito delle fluttuazioni climatiche.
Bibliografia
Tutti i dati e i grafici sono disponibi nel sito di supporto |