Guido Guidi ha recentemente presentato un lavoro (Leamon et al., 2021)
in cui si mette in relazione il termine (la parola inglese usata è
termination) dei cicli solari e la variabilità troposferica (il tempo
meteorologico).
Gli autori trovano una correlazione tra il momento di passaggio da un
ciclo solare all'altro ("termine") e quello da El Nino a La Nina e
sottolineano che correlazione non significa relazione causale.
Ricordano che la successione macchie solari crescenti e
calanti ha un ciclo di
11 anni e che il ciclo di Hale di 22 anni per la polarità magnetica solare è
significativo nel definire/fissare il ciclo delle macchie e affermano
di poter dimostrare l'impatto del termine (della fine) dei cicli
sull'output radiativo del Sole e sulla funzione di scudo della nostra
atmosfera attraverso una rapida riconversione del magnetismo solare;
dimostrano anche la correlazione tra la presenza del termine
solare e la transizione El Nino-La Nina.
Lo scopo di tutto questo è la previsione degli eventi ENSO (El Nino
Southern Oscillation) su un periodo maggiore di 1 anno, anche alla luce dei
costi sociali ed economici in numerose regioni della Terra; a questo
proposito si fa
esplicitamente riferimento ai periodi di 11 anni (Schwabe, alternanza
massimo-minimo delle macchie solari) e 22 anni (Hale, ciclo completo delle
macchie).
In un commentio all'articolo di G. Guidi, Donato Barone si è
dichiarato scettico sul ciclo di 22 anni, in base ai miei spettri che non
mostrano questo massimo spettrale (v. ad esempio
http:///www.climatemonitor.it/?p=42356 del 2016) e io ho confermato le sue
impressioni.
Entrambi non avevamo letto l'articolo di Leamon et al.,
2021.
Dopo aver letto l'articolo e aver visto che gli autori usano in
particolare il periodo di 11 anni e le serie ONI (Oceanic Nino Index, per il quale gli
autori forniscono un link sbagliato) e SOI (Southers Oscillation Index,
usato con il segno cambiato), ho scaricato le due serie mensili, aggiornate
a febbraio e marzo 2021, rispettivamente, e le mostro, con il proprio
spettro, nelle figure 1 e 2 seguenti
Fig.1: Serie mensile ONI dal gennaio 1950 al febbraio 2021. Lo spettro non mostra il massimo di 22 anni mentre mostra tutti i massimi di alta frequenza tipici di El Nino (2-10 anni). |
Fig.2: Serie mensile SOI dal gennaio 1950 al marzo 2021 graficata con i valori cambiati di segno. Anche qui, come nella figura precedente, il massimo a 22 anni con compare ma sono presenti tutti i massimi tipici di El Nino. Le due righe tratteggiate mostrano i limiti (-0.5÷0.5) entro i quali si ha ENSO neutro. |
Nella successiva tabella 1 riprendo i periodi calcolati (nel 2016) dai
dati settimanali per mostrare che alcuni massimi potrebbero essere riferiti
a 11 anni, ma anche che derivano da periodi di tempo molto più brevi dei 70
anni di ONI e SOI e che sono visibili solo in alcune delle 4 regioni (cioè
solo in alcuni stadi dell'evoluzione di ENSO); complessivamente, quindi, da
considerare con maggiore cautela.
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Concludendo queste brevi considerazioni, non mi sento in grado, ancora una
volta, di confermare la "forte correlazione" mostrata da Leamon e coautori
tra termini dei cicli solari e variabilità troposferica.
Resto convinto della stretta dipendenza del clima terrestre
dall'influenza solare, ma sono perplesso sul fatto che il metodo illustrato
dagli autori sia quello giusto per metterla in evidenza, anche perchè
il suo unico segnale negli spettri è un massimo di periodo più simile ai 12
anni che agli 11 del ciclo di Schwabe e mi aspetto che questa relazione
lasci segni precisi nelle ciclicità oceaniche che rappresentano il vero
serbatoio di quanto accade di duraturo nel pianeta.
Non ho elementi per
essere più oggettivo, ma ho l'impressione che si tratti di associazioni
casuali, anche se gli autori mostrano, nella modellazione Monte Carlo,
intervalli di confidenza molto ampi e tali da escludere la causalità.
Bibliografia
Tutti i dati e i grafici sono disponibili nel sito di supporto |